Pubblichiamo, qui di seguito, il testo che è stato diffuso pochi giorni dopo questa azione di liberazione animale dal sito americano Bite Bike.
Anche in Italia la notizia e il testo che rivendica l’azione sono state diffuse da alcuni siti di movimento i quali hanno sentito la necessità, come noi del resto, di dar voce direttamente a questi anonimi liberatori senza passare dai filtri e dalla costruzione di menzogne della stampa “ufficiale” o dalle notizie prudenti, quando non decisamente ambigue, di certo animalismo.
Quest’azione di liberazione animale ha interessato l’allevamento di Cerri Giuseppe, un “onesto lavoratore” (fonte Federfauna), il quale, da 25 anni, rinchiude e stermina un incalcolabile numero di esseri viventi.
Aprire le gabbie per molti forse resta uno slogan. Per alcuni è il motto per raccogliere firme da presentare al Parlamento. Per altri, invece é un’azione. È un agire direttamente per attaccare gli sfruttatori, in ogni luogo nel quale si compiono atrocità sugli esseri viventi.
La libertà non è una concessione. La libertà è sempre una conquista…
“Nella notte dell’8 Dicembre siamo entrati nell’allevamento di visoni a Carzago della Riviera (Brescia).
La presenza dei tanti cani da guardia, di due custodi e sistemi di sicurezza non ci hanno fatto desistere.
E’ stato creato un passaggio per i visoni tagliando parte della recinzione e demolendo alcune lastre di protezione.
Dalle gabbie sono stati tolti tutti i cartellini con informazioni utili a tracciare la storia di ogni singolo animale, soprattutto per quei visoni destinati ad essere riproduttrici. Le piccolissime gabbie richiudevano anche quattro visoni. Queste prigioni avvolte dalla nebbia oltre al corpo rinchiudono la sofferenza di milioni di individui animali.
Sono state aperte e danneggiate le gabbie di quasi sette degli otto capanni presenti. Siamo stati interrotti dall’arrivo dei due custodi, svegliati dalle grida dei visoni liberi, che ci hanno rincorso sparando alcuni colpi di fucile probabilmente caricato a sale.
Correndo nei capanni tra mille piccoli occhi che risplendevano nel buio, col favore della notte anche noi abbiamo iniziato la nostra fuga.
Molti animali erano già stati uccisi e scuoiati. Molti altri verranno ricatturati. Solo alcuni troveranno la libertà. Com’è possibile avere mille parole contro lo sfruttamento animale e non compiere un solo semplice gesto che porta alla libertà quegli animali dai luoghi di tortura? Questa semplice azione, che chiunque può riuscire a realizzare, è parte di quella lotta che vuole la chiusura totale di questi allevamenti fabbriche di morte. Questa lotta non si ferma solo agli allevamenti, ma è contro ogni forma di sfruttamento e dominio, anche per questo abbiamo scelto di intraprendere l’azione diretta. La liberazione che passa attraverso il teatrino democratico e parlamentare, con tutte la molteplici forme di delega, spettacolo e pacificazione sociale, è solo una parvenza di cambiamento o uno sfruttamento che ha assunto nuove sembianze. Non aspetteremo l’arrivo di gabbie più grandi, ma distruggeremo immediatamente quelle esistenti.
Gli allevamenti in Italia sono in aumento, si stanno ingrandendo e rinforzando, ora più che mai è urgente farli desistere dall’aprirne di nuovi e per far chiudere quelli presenti. In queste notti gli allevatori non dormiranno sonni tranquilli, nonostante tutte le misure di sicurezza che avranno, qualcuno riuscirà sempre a entrare nei loro lagher.
… A quei piccoli mille occhi risplendenti nel buio
corriamo visoni corriamo…
… Ci definiranno ‘terroristi’…
Chi è terrorista tra chi decide di liberare degli animali anche sapendo che non tutti sopravviveranno, ma dandogli una possibilità di libertà, o chi rinchiude degli animali in una gabbia per allevarli, ucciderli e scuoiarli per farli diventare una pelliccia? Animali privati della libertà, della loro soggettività e individualità che dovrebbero vivere liberi e invece passano parte della loro vita rinchiusi in una gabbia per poi essere vivisezionati, torturati, uccisi, diventando una cavia su cui sperimentare, diventando una mera merce, un prodotto, una pelliccia, un pezzo di carne…”
Fonte: www.directaction.info/news_dec12_13.htm